All Questions
prev
Precedente:4.8 Qual è il rapporto tra fede e azioni?
next
Seguente:4.10 Perché alcuni cristiani sono ipocriti e infrangono le leggi di Dio?

4.9 I Dieci Comandamenti sono ancora importanti?

Vivere una vita cristiana

I Dieci Comandamenti contengono regole molto generali di condotta sulle quali la maggior parte delle persone possono essere d’accordo, particolarmente con gli ultimi sette comandamenti. I primi tre riguardano il tuo rapporto con Dio. Dal quarto al decimo si tratta del tuo rapporto con gli altri.

I Dieci Comandamenti intendono aiutarti a vivere in modo davvero umano, così da non perdere di vista chi sei realmente. In questo modo stai anche vicino a Dio, che ti ha creato. Nell’app #TcDIO, troverai i Dieci Comandamenti nella sezione che contiene le formule tradizionali della fede cattolica (preghiere cattoliche).

I Dieci Comandamenti insegnano come amare Dio e il prossimo, offrendo volentieri qualcosa di te stesso agli altri.
La saggezza della Chiesa

Quali sono i Dieci Comandamenti?

Io sono il Signore tuo Dio:

1. Non avrai altro Dio fuori di me.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

3. Ricordati di santificare le feste.

4. Onora tuo padre e tua madre.

5. Non uccidere.

6. Non commettere atti impuri.

7. Non rubare.

8. Non dire falsa testimonianza.

9. Non desiderare la donna d'altri.

10. Non desiderare la roba d'altri. [Youcat 349]

“Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?” (Matteo 19, 16)

Al giovane che gli rivolge questa domanda Gesù risponde: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti», e poi aggiunge: «Vieni e seguimi» (Mt 19, 16-21). Seguire Gesù implica l'osservanza dei Comandamenti. La Legge non è abolita, ma l'uomo è invitato a ritrovarla nella persona del divino Maestro, che la realizza perfettamente in se stesso, ne rivela il pieno significato e ne attesta la perennità. [CCCC 434]

Il comando di Dio: «Non ti farai alcuna immagine scolpita...» (Es 20, 3) proibisce il culto delle immagini?

Nell'Antico Testamento con tale comando si proibiva di rappresentare il Dio assolutamente trascendente. A partire dall'Incarnazione del Figlio di Dio, il culto cristiano delle sacre immagini è giustificato (come afferma il secondo Concilio di Nicea del 787), poiché si fonda sul Mistero del Figlio di Dio fatto uomo, nel quale il Dio trascendente si rende visibile. Non si tratta di un'adorazione dell'immagine, ma di una venerazione di chi in essa è rappresentato: Cristo, la Vergine, gli Angeli e i Santi. [CCCC 446]

Che cosa proibisce il quinto Comandamento?

Il quinto Comandamento proibisce come gravemente contrari alla legge morale:

  • l'omicidio diretto e volontario, e la cooperazione ad esso;
  • l'aborto diretto, voluto come fine o come mezzo, nonché la cooperazione ad esso, pena la scomunica, perché l'essere umano, fin dal suo concepimento, va rispettato e protetto in modo assoluto nella sua integrità;
  • l'eutanasia diretta, che consiste nel mettere fine, con un atto o l'omissione di un'azione dovuta, alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte;
  • il suicidio e la cooperazione volontaria ad esso, in quanto è un'offesa grave al giusto amore di Dio, di sé e del prossimo: quanto alla responsabilità, essa può essere aggravata in ragione dello scandalo o attenuata da particolari disturbi psichici o da gravi timori.

[CCCC 470]

Perché il sesto Comandamento, benché reciti «non commettere adulterio», vieta tutti i peccati contro la castità?

Benché nel testo biblico del Decalogo si legga «non commettere adulterio» (Es 20,14), la Tradizione della Chiesa segue complessivamente gli insegnamenti morali dell'Antico e del Nuovo Testamento, e considera il sesto Comandamento come inglobante tutti i peccati contro la castità. [CCCC 493]

I Dieci Comandamenti sono una lista casuale?

No. I Dieci Comandamenti sono un tutt’uno. Un comandamento rinvia all’altro. Nessuno di essi può essere eliminato arbitrariamente. Chi rifiuta un comandamento rifiuta tutta quanta la Legge.

La particolarità dei Dieci Comandamenti consiste nel fatto che essi abbracciano tutta la vita umana. Noi uomini siamo posti allo stesso tempo in relazione con Dio (Comandamenti 1–3) e con gli altri uomini (Comandamenti 4–10); siamo al tempo stesso esseri religiosi e sociali. [Youcat 350]

L’ateismo è sempre un peccato contro il Primo Comandamento?

L’ateismo non costituisce un peccato se un uomo non ha alcuna nozione di Dio, oppure ha esaminato in coscienza la questione dell’esistenza di Dio e non riesce comunque a credere.

Il confine tra non riuscire a credere e non voler credere è tutt’altro che chiaro. Ma l’atteggiamento che esclude la fede in quanto semplicemente irrilevante senza averla esaminata da vicino è spesso peggiore dell’ateismo meditato. [Youcat 357]

Perchè l’Antico Testamento proibisce le immagini di Dio, e perchè noi cristiani oggi non ci atteniamo più a questo comandamento?

Il Primo comandamento, per proteggere il mistero di Dio e per differenziare Israele dalle culture pagane, stabiliva: “Non ti farai alcuna immagine di Dio” (Es 20, 4). Tuttavia, poichè Dio stesso si è dato un volto umano in Gesù Cristo, il divieto di fabbricare immagini fu abolito dal Cristianesimo; nella Chiesa orientale le icone sono addirittura considerate sacre.

La convinzione dei patriarchi di Israele che Dio supera ogni cosa (trascendenza) ed è molto più grande di tutto ciò che vive nel mondo nell’ebraismo e nell’Islam, dove non era e non è ammessa alcuna raffigurazione di Dio, è ancora viva. Nel cristianesimo, alla luce della vita di Cristo sulla terra, la proibizione fu mitigata a partire dal quarto secolo e venne abolita al Secondo Concilio di Nicea (787). Con la sua incarnazione, Dio non è più assolutamente inconcepibile; dopo Gesù possiamo farci un’immagine della sua essenza: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14, 9). [Youcat 358]

Perchè i cristiani hanno sostituito il sabato con la domenica?

I Cristiani hanno sostituito la festività del sabato con quella della Domenica perchè Gesù Cristo è risorto dai morti di Domenica. Il “Giorno del Signore” eredita però degli elementi del sabato ebraico.

La domenica cristiana ha tre elementi fondamentali: 1. Rinvia alla creazione del mondo e comunica al tempo stesso lo splendore festivo della bontà di Dio. 2. Rinvia all’ “Ottavo giorno della creazione”, in cui il mondo fu creato nuovo in Cristo (una preghiera della Veglia pasquale recita: “Hai creato il mondo in modo meraviglioso e in modo ancor più meraviglioso lo hai redento”). 3. Recupera il motivo del riposo, e non solo per santificare l’interruzione del Lavoro, ma per rinviare già adesso al riposo eterno dell’uomo in Dio. [Youcat 364]

In che modo i cristiani fanno della Domenica il “giorno del Signore”?

Un cattolico frequenta la Messa la Domenica o la sera del sabato: in questo giorno egli interrompe tutti gli altri lavori che gli impedirebbero di rendere onore a Dio e che disturberebbero il clima di gesta, di gioia, di pace e di rilassamento.

Poichè la Domenica è come una festa di Pasqua che ritorna ogni settimana, fin dai primi tempi i cristiani si riuniscono in questo giorno per festeggiare il loro Redentore, per rendergli grazie e per riunirsi con lui e con gli altri redenti. È per questo, per ogni cattolico consapevole, che la santificazione della domenica e delle altre feste religiose costituisce una priorità; si è dispensati da questo dovere da urgenti affari familiari e da altre incombenze sociali. Poiché la partecipazione all’Eucaristia domenicale è fondamentale per una vita cristiana, la Chiesa definisce un peccato mortale la mancata frequenza, senza un valido motivo, alla Messa domenicale. [Youcat 365]

La parola del Papa

Non meraviglia, dunque, che l'Alleanza di Dio con il suo popolo sia così fortemente legata alla prospettiva della vita, anche nella sua dimensione corporea. È in questione ... il mondo di oggi e del futuro e l'esistenza di tutta l'umanità. Infatti, non è assolutamente possibile che la vita resti autentica e piena distaccandosi dal bene; e il bene, a sua volta, è essenzialmente legato ai comandamenti del Signore, cioè alla «legge della vita» (Sir 17, 9). [Papa Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 48]